IBI (I-Com Broadband Index)
È un indice elaborato dall'I-Com in grado di misurare lo sviluppo della banda larga in Europa. Per quanto riguarda il nostro Paese l'indice è chiaro: l'italia si attesta sotto la media UE e non ci sono stati miglioramenti rispetto all'anno scorso.
Digital divide tecnologico e digital divide culturale
Questa differenza non è solo tecnologica, ma anche culturale: cresce il divario tra chi sa usare le nuove tecnologie e lo fa in modo consapevole e chi non le usa o non le sa utilizzare. In Italia solo il 51% delle persone accede all'internet almeno una volta a settimana. La rete è poco utilizzata anche per interagire con la Pubblica Amministrazione (il 22% dei cittadini e il 76% delle imprese).
Politiche a sostegno delle NGN e dei servizi digitali in Italia
L'evoluzione tecnologica e le sue potenzialità per il settore pubblico hanno stimolato l'adeguamento delle infrastrutture nazionali. In Italia, nonostante la situazione di stallo sul fronte della realizzazione delle reti ultra-broadband, sono stati fatti passi avanti nel settore dei servizi erogati dalle amministrazioni centrali e locali ai cittadini. Diversi gli strumenti utilizzati: dalla Cabina di regia interministeriale all'Agenzia per il digitale, che si occupa di sviluppo di banda larga e ultra-larga, smart communities/cities, open data e cloud computing, e-government e digitalizzazione del governo e dei servizi al cittadino. Finora il governo ha investito circa 2,5 miliardi di euro.
Investimenti in ICT della PA. Stallo per l'e-Healt
I dati rivelano un calo degli investimenti in ICT da parte della Pubblica Amminsitrazione. Problematica la situazione di stallo per l'e-Health, in controtendenza rispetto al mercato mondiale. L’e-Health è una delle priorità dell’Agenda Digitale dell’Unione Europea, perché la salute è uno dei sei punti qualificanti del sistema dell’Agenda Digitale. L'e-Health fa parte, inoltre, dei punti principali del piano e-Gov 2012, varato dal Governo nel 2009. Con l'e-Healt il risparmio per i malati cronici sarebbe di 899 € l’anno, grazie all’abbattimento delle spese per gli spostamenti presso le ASL e ai costi di attesa correlati.
Digitalizzazione dei servizi e risparmio per il cittadino
Digitalizzare i servizi comporterebbe un risparmio considerevole per lo Stato e per i cittadini. I-Com evidenzia il risparmio per il cittadino in termini economici e di tempo. Sono state selezionate le prestazioni che potrebbero essere digitalizzate, selezionando le aree di maggiore interesse: sanità, cittadinanza, istruzione, lavoro e sicurezza. I-Com ha calcolato che il risparmio sarebbe superiore ai 4,6 miliardi di euro(se tutti gli utenti potessero connettersi alla rete) e in 2,8 miliardi (tenendo conto di quelli che potevano usufruire della connessione nel 2011).
Posta Certificata Elettronica
La possibilità di comunicare tramite PEC con l’amministrazione pubblica consentirebbe un risparmio annuale per i cittadini italiani di 827 milioni di euro.
E-book e teledidattica
Adottare gli e-book comporterebbe un risparmio medio per studente di circa 39 euro all’anno per quelli delle medie, e di 93 euro all’anno per quelli delle superiori.
La digitalizzazione permetterebbe agli studenti universitari di iscriversi online al proprio ateneo e di frequentare i corsi a distanza. Se l'anno scorso tutti gli studenti avessero effettuato la propria iscrizione online, il risparmio complessivo sarebbe stato di 153 milioni di euro.
Si è calcolato anche che se il 25% degli studenti utilizzasse la teledidattica per seguire le lezioni, si risparmierebbero 82 milioni di euro all'anno; e se la quota degli utenti salisse al 50%, il risparmio arriverebbe a 764 milioni di euro. Ogni studente potrebbe risparmiare 3.779 euro l’anno.
(Fonte: agendaeuropea.eu)